INTERVISTA AD ANTONIO RAVELLI - (Rovigo)
Febbraio 2005
Antonio Ravelli, si presenta come un artista semplice e pulito
che ama creare per se stesso e trasmettere emozioni attraverso
le sue opere. Coltiva questa sua passione fin da ragazzino ma
solo dal 1997 scatta il desiderio di crescere artisticamente.
L'incontro fortunato con amici che lo aiutano a leggersi dentro
lo fa diventare artista sicuro nella scelta pittorica, fino
a consentirgli di ottenere un suo personalissimo stile.
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Ciao Antonio, sono qui per conoscerti meglio e rivolgerti qualche
domanda che mi sono posta guardando i tuoi lavori.
Innanzitutto sono curiosa di capire l'attimo prima che precedere
l'idea di una tua opera. Cosa ti ispira: una poesia, una musica,
un paesaggio, un colore.
Innanzi
tutto ciao Marilisa......
Per rispondere alla tua domanda diciamo che non è una
cosa sola, ma un insieme di tutte queste emozioni, perché
a saperlo osservare il mondo che ci circonda ne è il
contenitore, che alimenta quella cosa che ti parla dentro, e
ti fa vedere con gli occhi del cuore, e allora senti il bisogno
di concretizzare queste emozioni e di trasportarle sulla tela.
Ecco per sintetizzare direi che ad ispirarmi è il cuore,
quella parte buona che pulsa dentro di noi..... il difficile
a volte è riuscire ad ascoltarlo.
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Chi vede i tuoi quadri ha sicuramente un impatto positivo: toni
tenui, paesaggi luminosi, sereni. Tuttavia se ci si sofferma,
il silenzio riesce quasi ad essere dirompente e la presenza
dell'uomo appare quasi nulla, anche se se ne percepisce l'esistenza
(i camini fumanti, le luci accese nelle finestre l'animale domestico
che fa da padrone nel paesaggio). Un uomo chiuso nell'intimità
della sua casa, che tu non apri alla vista del pubblico. E'
un lavoro di ricerca introspettiva piuttosto che proiettata
verso l'esterno, è un messaggio? Quale?
Non
ho la presunzione di dare un messaggio, perché credo
che l'abbiamo gia dentro di noi, tutti quanti, mi spiego meglio
se ci riesco.
Quello che sto tentando è di far riemergere il bambino
che c'è in noi, che non è mai scomparso ma solo
dimenticato nei meandri della nostra vita frenetica.
Perché è solo riscoprendo l'innocenza dei bambini
che sapremo apprezzare la parte più importante della
nostra esistenza : La Famiglia, è con essa che impariamo
ad amare il nostro prossimo, ed ecco la casa, il simbolo più
profondo della famiglia, dove si racchiudono le nostre gioie
e i nostri dolori che potremo affrontare solo amando come un
bambino sa fare (o il nostro animale) senza vincoli di sorta.
Ecco quello che cerco di fare con il mio mondo di paesaggi e
di case da fiaba.
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Leggo
nella tua biografia che grazie all'aiuto di un caro amico hai
saputo leggerti dentro e trovare il tuo io artistico. Come hai
fatto riconoscerlo? Come hai fatto a capire che quello stile
era il più adatto a rappresentarti.
Io
Artistico: una parolona per descrivere una sensazione impalpabile,
vorrei citarti una frase detta da un amico spirituale di quando
ero solo un ragazzino ".... E' come un dito puntato verso
il cielo, non ti concentrare sopra al dito o perderai tutta
la celestialità della scena" quell'amico era l'indimenticabile
Bruce Lee.
Non credo si possa riconoscere e capire uno stile lo si assapora
e lo si Ama.
Il mio amico Carletti ha solo acceso l'interruttore .
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E' importante per un artista essere riconosciuto nello stile
ma questo non risulta anche essere vincolante? Questo identificarti
con un certo tipo di pittura, di rappresentazioni, non temi
possa classificarti in maniera quasi implacabile: come un attore,
da sempre riconosciuto per un certo tipo di parti, che mina
la sua credibilità quando azzarda una nuova linea artistica?
"Non
dipingo per vivere... ma vivo per dipingere" quindi non
mi importa come mi possano classificare, in questo momento sento
di approfondire la mia tematica, ma non ho problema a percorrere
altre sensazioni che potranno nascere, a prescindere che possano
piacere o meno, l'importante che siano vere.
Quali sono i materiali che usi più spesso, che
risultano più congeniali alla preparazione dell'opera?.
Amo
cambiare, dall'olio all'acrilico, dagli smalti all'acqua, agli
stucchi, ultimamente sto sviluppando lavori con la tecnica dell'affresco.
Ho
visto nelle tue ultime opere che i colori e i materiali rendono
i soggetti come più concreti. Le case hanno un effetto
più stabile come ancorate al terreno senza rischiare
di prendere il volo come in tante altre rappresentazioni...
è un'evoluzione della tecnica o qualcosa sta cambiando?
Amo
sperimentare le preparazioni dei supporti siano esse tele o
tavole in legno e amo molto la materia, credo sia più
un evoluzione della tecnica.
Però "non mi sto concentrando sul Dito" quindi
non escludo nulla.
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Ravelli con il Maestro
Antonio Possenti |
Adesso
parliamo d'amore. Dimmi Antonio, che tipo di rapporto hai con
la tua opera: scatta il colpo di fulmine o la corteggi fino
a quando è amore vero.
Più semplicemente: sei un artista istintivo, l'opera
nasce di colpo nella tua mente, anzi dal cuore come tu ci hai
detto e la elabori, oppure sei un artista più riflessivo,
ti prendi i tuoi tempi per abbozzarla e studiarla.
Inizialmente
l'idea nasce d'istinto, poi la "Corteggio" fino a
farla mia, come una nuova parte di me stesso, da quel momento
mi piace elaborarla, e applicarla in vari modi, perché
ormai non mi abbandonerà più.
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Riesci
a voler bene a tutti i tuoi quadri o sei un ipercritico?
Mentre
lavoro al quadro, con fatica riesco ad apprezzarlo, mi sembra
sempre che manchi qualcosa, e quando penso di averlo finito
lo metto da una parte, come a volerlo esorcizzare. Ma quando
dopo un po' di tempo lo riprendo in mano e lo osservo, allora
rivedo i momenti di sforzo nel cercare di rendere l'idea.
In quel momento si instaura un rapporto d'amore che non era
mai venuto meno, era solo tenuto a freno, e che piaccia o non
piaccia, non conta, ormai sarà sempre una parte di me
stesso, anche se dovesse finire in capo al Mondo.
Sei un artista fantasioso e creativo, avrai sicuramente
dei sogni nel cassetto. Vuoi svelarcene uno?
Il mio è un sogno semplice: IL TEMPO, vorrei avere il
tempo a mia disposizione, penso che la cosa più bella
per un uomo sia alzarsi al mattino e gestire il proprio tempo
a piacimento.
Ecco io non riesco ad avere tempo, per quanto mi sforzi di cercarne
ne ho sempre pochissimo a disposizione per poter fare quello
che il mio cervello elabora, e la cosa mi fa sentire come un
uccello in gabbia.
Siamo
giunti quasi alla fine di questa intervista. Durante il mio
lavoro conosco molte persone, ad alcune di loro ho fatto vedere
le tue opere e le ho invitate a porre un domanda... te ne riporto
una: Marina chiede: "Noto che il soggetto principale sono
le case, per l'artista però com'è la sua casa
ideale e dove dovrebbe trovarsi" ... Antonio, tocca a te!
La casa ideale credo che non esista, se non ci sono le Persone
Ideali, allora anche un capanno di paglia può andare
a meraviglia, altrimenti neppure il Castello più lussuoso
ci può rendere felici.
Le case dei miei quadri sono solo un simbolo per dire che la
casa ideale la dobbiamo cercare dentro di noi, è li che
dovrebbe trovarsi prima che all'esterno.
Io la mia l'ho costruita con le mie mani nei ritagli di tempo,
assieme alle mie persone ideali (la mia Famiglia.)
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Bene,
siamo arrivati veramente alla fine di questa nostra chiacchierata,
devo veramente ringraziarti per la tua disponibilità.
Credo che chi ci sta leggendo, proprio come me, sarà
riuscito ad osservare le tue opere con un occhio diverso…..
senza concentrarsi troppo sul “dito” e riuscendo
a conoscerti meglio.
Quindi è l’occasione giusta per dare le coordinate
delle tue prossime mostre.
Sono io a ringraziarti per questa occasione di poter esprimere
a parole le esperienze di chi come me cerca umilmente di dare
un messaggio ai suoi osservatori.
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Ravelli e Signora
con Marcello Scuffi |
Con
fatica, con sacrificio, rubando attimi dalla vita di tutti i
giorni, una piccola testimonianza del nostro passaggio su questa
terra ,che la nostra vita frenetica ci porta a dimenticarne
la bellezza nelle sue infinite sfumature.
Per quanto riguarda le mostre al momento non mi sono preso nessun
impegno importante, questo è un po’ un anno di
riflessione, quindi vedrò lungo il cammino.
Ciao, e di nuovo grazie a tutti.
D’accorto
Antonio ma non farci aspettare troppo. Il mio saluto sarà
ben augurale:
Ciao e arrivederci a presto!
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