2. Ritengo
che essendo tu un’artista, come tale spesso ti fermi
a riflettere sul tuo stile pittorico, con la convinzione che
quanto raggiunto possa essere migliorabile. Questa continua
curiosità e desiderio di ricerca non rischia di diventare
controproducente quando il voler migliorarsi potrebbe limitare
il giusto tempo di approfondimento di una tecnica.
Sì, mi fermo
a riflettere sullo stile pittorico, però non più
di tanto in quanto è più forte di me la voglia
della ricerca e quindi il desiderio di sperimentare nuove
tecniche.
Dal semplice disegno, all’acquerello di macchia, all’acquerello
inglese, dalla tecnica ad olio sia essa data a pennello o
a spatola su vari tipi di supporti o su fondi misti, alla
tecnica dell’acrilico o alla tecnica mista, sono solo
alcune delle varie tecniche che utilizzo e sperimento in continuazione.
Sono andata a scuola da bravi e affermati maestri.
Ognuno di loro mi hanno aiutata a tirar fuori ogni emozione
e sfumatura del mio animo, mi hanno aiutata in ogni tecnica
possibile a maturare e a crescere pittoricamente ed a cercare
uno stile pittorico personale.
Sono convinta quindi che la mia curiosità, la mia ricerca
di sempre nuove tecniche anche abbinate a quelle di ricerca
in campo ceramistico e decorativo non si fermi qui, anzi penso
che comunque ci sia sempre qualcosa da imparare in quanto
ciò mi entusiasma, mi realizza e mi appaga.
3. Il paesaggio
da te rappresentato lo intendi non come descrizione particolareggiata
della realtà bensì come strumento ideale per
l’esaltazione di scenari diversi. Cogliendo del soggetto
solo l’essenza e non la sua completezza, preferisci
realizzare le tele en plen air oppure nel tuo studio
E’ vero, mi sento
più paesaggista impressionista che altro. Amo dipingere
il paesaggio nel suo intimo in quanto per me è la sublimazione
dell’essere che l’ha creato e che però
l’uomo vuole distruggere.
Ecco perché nel soggetto cerco l’essenza, cerco
di essere un tutt’uno con esso sia che io dipinga en
plein air o nel mio studio, magari con un sottofondo di una
suonata per pianoforte di Beethoven o di Mozart, o perché
no un rock di Elvis.
4. I tuoi soggetti
raccontano di luoghi a cui quotidianamente non attribuiamo
importanza eppure possono essere interpretati come «magici»
e «misteriosi»..il tuo obiettivo potrebbe essere
quindi, «aprire gli occhi» a coloro che non riescono
a scorgere anche nel quotidiano elementi degni di essere vissuti
E’ vero, quando
dipingo il paesaggio cerco, dopo averlo guardato, riguardato
e riguardato, di coglierne l’emozione più sincera:
cerco quel particolare, profondo e intenso fremito, ne cerco
ogni minimo impulso e di getto corro a trasmetterlo nella
tela che sembra lì in attesa, che aspetta e così
dipingo… Sì, dipingo per aprire, come dici tu,
gli occhi a chi vede ma non guarda.
5. Accostandosi
alle tue opere è impossibile non lasciarsi affascinare
dal colore, dalle pennellate larghe e generose che attraversano
il paesaggio creandone il movimento. Pennellate che come sipari
naturali nascondono l’orizzonte …cosa c’è
dietro, cosa vedi o cosa vuoi farci vedere.
E’ difficile,
penso, guardare oltre il quadro. L’orizzonte sembra
nascosto è vero, perché cerco di dare vita al
primo piano. Ma l’orizzonte c’è ed è
vivo e palpitante. Basta trovarlo ma per farlo devi guardare
e non solo vedere. Il guardare è diverso dal vedere.
Io guardo davanti a me… ma soprattutto oltre…
oltre e vedo un orizzonte di serenità, pace e felicità
in quanto è quello che mi da la pittura.
6. Ti considero
un’artista istintiva, immediata e spiritosa. Ti invito
quindi a giocare con me: ti porgo un foglio bianco….
Disegna per noi le tue emozioni, adesso.
Va bene, giochiamo…
7. Ricordiamo
a chi ci sta leggendo che hai un sito personale www.agnesecallegrin.it.
Che tipo di utilizzo fai del sito internet e quali pensi che
siano le opportunità per un Artista derivanti da questo
veicolo di comunicazione
Il mio sito personale
www.agnesecallegarin.it abbinato all’e-mail info@agnesecallegarin.it
è stato fatto, oltre che per pubblicizzare le mie opere,
anche e soprattutto quale veicolo di dialogo e comunicazione
con altri pittori artisti.
Vi invito infatti a comunicare con me e dirmi, non solo le
vostre emozioni, ma anche solo un Ciao Agnese!.
8. Parlami
dei tuoi acquirenti, quando qualcuno acquista una tua opera
da cosa rimane soprattutto colpito. Qualcuno ti ha espresso
le sue emozioni? Raccontami
Si chiama Giovanna
da Trivignano (VE). E’ anche una mia cara amica.
Quando per la prima volta ha visto una mia mostra ne è
stata entusiasta ed emozionata.
All’acquisto del suo primo quadro (era una natura morta:
su uno sfondo giallo caldo un vaso e dei pomodori rossi) mi
disse: “Ogni volta che entro in soggiorno vedo il sole
e sono felice”. Grazie Giovanna.
9. Progetti
futuri? Esiste una particolare aspirazione, un sogno che devi
ancora realizzare, come esporre in un determinato luogo in
un particolare contesto…
Non ho una particolare
aspirazione o un sogno nel cassetto da realizzare. Per me
quello che ho raggiunto o che potrò raggiungere va
bene: sono contenta.
Però mi sarebbe piaciuto tanto essere stata un’allieva
di Claude Monet.
Progetti futuri: a settembre dal 17 al 19 Fiera d’Arte
Contemporanea di Longarone, a marzo 2006 personale presso
il Locale “La Castellana” di Martellago. Vi invito
tutti.
10. Eccoci
alla domanda del pubblico. Francesca di Scorzè ti chiede:
“Ho notato subito che nei tuoi quadri predomina l’azzurro.
Sempre inserito in ogni paesaggio ricco di tanta natura, selvaggia
e libera. Ami vivere in città o in campagna?”.
Cara Francesca da Scorze’,
io nacqui in una grande casa di campagna con i nonni, zii
e tanti cugini, circondata da un paesaggio ricco e da una
natura rigogliosa. Ho vissuto anche in città ma dal
1979 vivo ancora in campagna. Ora mentre ti rispondo sono
circondata da campi di frumento giallo, da campi di pannocchie,
da alberi, tanti e soprattutto da un giardino, il mio, pieno
di rose di tutti i colori, i miei colori.
Ecco perché amo tanto l’azzurro, perché
è il colore dell’immensità, della pace
e serenità. Però amo anche il giallo del frumento,
del sole cocente, il rosso del tramonto, il rosso delle rose,
delle mele e dei pomodori.
Amo in genere ogni colore anche il viola o il nero; ognuno
è parte delle sfumature ed emozione del mio animo.
Ciao.
Credo, cara
Agnese, che con questa intervista tu abbia aperto la tua anima
ai nostri lettori, che sono sicura visiteranno la mostra on
line collegata con lo stesso piacere che io ho provato durante
questa nostra parentesi di emozioni. Ti ringrazio del bellissimo
disegno che hai voluto dedicarci e per esserti prestata a
giocare con me. Non avevo dubbi che avresti accettato!.
Un saluto a
Te Agnese e a tutti Voi, con l’augurio di una buona
visione. Ciao Marilisa.