Rubrica a cura di Marilisa Brocca


INTERVISTA A AGNESE CALLEGARIN
A cura di Marilisa Brocca

Conoscere personalmente Agnese Callegarin è un piacere: una signora dai lineamenti dolci, dai modi gentili, di bassa statura con i capelli argento.
L’incontro con Agnese tuttavia conferma la tesi che non bisogna mai arrivare a conclusioni facili e scontate. Che l’abbinamento artista/opera è fondamentale per comprendere e sorprenderci ancora una volta.
Forza, solidità, resistenza, questi i messaggi dell’artista per comunicare. Paesaggi comuni, del nostro ricco territorio, proposti ed interpretati per la loro naturale regalità, senza orpelli: nudi e volitivi. La continua sperimentazione di questa artista nelle tecniche e nell’utilizzo di materiali, le consentono una speciale disinvoltura nello stile, trasmettendo la grinta e l’entusiasmo di chi vive di passioni.

1. Prima di parlare della tua scelta pittorica, Agnese, parliamo di come vi sei giunta, di come tu abbia e stai tuttora sperimentando le più svariate tecniche stilistiche ed artigianali. Parlaci un po’ della tua esperienza e di quanto essa è stata importante per raggiungere un tuo stile personale seppur in continua evoluzione.

La passione per la pittura e l’arte in genere è sempre stata viva fin da piccola. Ricordo che restavo incantata davanti a quadri, statue, sculture, viste nelle chiese e nei musei.
La vera passione è scoppiata sui 50 anni. Così di colpo e così improvvisamente che mi ha lasciato sconcertata e meravigliata per quanto mi aveva preso.
Avevo incominciato timidamente: stavo guardando un tramonto favoloso ad Amsterdam e mi sono detta: “Ora provo a dipingerlo!”
Poi giorno dopo giorno si faceva in me sempre più forte e ossessivo il desiderio di esprimere sulla tela quello che c’era nell’animo, quello che durante il giorno avevo guardato: sia stata una mela, un albero, un fiore, il cielo, il tramonto, il mare….

2. Ritengo che essendo tu un’artista, come tale spesso ti fermi a riflettere sul tuo stile pittorico, con la convinzione che quanto raggiunto possa essere migliorabile. Questa continua curiosità e desiderio di ricerca non rischia di diventare controproducente quando il voler migliorarsi potrebbe limitare il giusto tempo di approfondimento di una tecnica.

Sì, mi fermo a riflettere sullo stile pittorico, però non più di tanto in quanto è più forte di me la voglia della ricerca e quindi il desiderio di sperimentare nuove tecniche.
Dal semplice disegno, all’acquerello di macchia, all’acquerello inglese, dalla tecnica ad olio sia essa data a pennello o a spatola su vari tipi di supporti o su fondi misti, alla tecnica dell’acrilico o alla tecnica mista, sono solo alcune delle varie tecniche che utilizzo e sperimento in continuazione.
Sono andata a scuola da bravi e affermati maestri.
Ognuno di loro mi hanno aiutata a tirar fuori ogni emozione e sfumatura del mio animo, mi hanno aiutata in ogni tecnica possibile a maturare e a crescere pittoricamente ed a cercare uno stile pittorico personale.
Sono convinta quindi che la mia curiosità, la mia ricerca di sempre nuove tecniche anche abbinate a quelle di ricerca in campo ceramistico e decorativo non si fermi qui, anzi penso che comunque ci sia sempre qualcosa da imparare in quanto ciò mi entusiasma, mi realizza e mi appaga.

3. Il paesaggio da te rappresentato lo intendi non come descrizione particolareggiata della realtà bensì come strumento ideale per l’esaltazione di scenari diversi. Cogliendo del soggetto solo l’essenza e non la sua completezza, preferisci realizzare le tele en plen air oppure nel tuo studio

E’ vero, mi sento più paesaggista impressionista che altro. Amo dipingere il paesaggio nel suo intimo in quanto per me è la sublimazione dell’essere che l’ha creato e che però l’uomo vuole distruggere.
Ecco perché nel soggetto cerco l’essenza, cerco di essere un tutt’uno con esso sia che io dipinga en plein air o nel mio studio, magari con un sottofondo di una suonata per pianoforte di Beethoven o di Mozart, o perché no un rock di Elvis.

4. I tuoi soggetti raccontano di luoghi a cui quotidianamente non attribuiamo importanza eppure possono essere interpretati come «magici» e «misteriosi»..il tuo obiettivo potrebbe essere quindi, «aprire gli occhi» a coloro che non riescono a scorgere anche nel quotidiano elementi degni di essere vissuti

E’ vero, quando dipingo il paesaggio cerco, dopo averlo guardato, riguardato e riguardato, di coglierne l’emozione più sincera: cerco quel particolare, profondo e intenso fremito, ne cerco ogni minimo impulso e di getto corro a trasmetterlo nella tela che sembra lì in attesa, che aspetta e così dipingo… Sì, dipingo per aprire, come dici tu, gli occhi a chi vede ma non guarda.

5. Accostandosi alle tue opere è impossibile non lasciarsi affascinare dal colore, dalle pennellate larghe e generose che attraversano il paesaggio creandone il movimento. Pennellate che come sipari naturali nascondono l’orizzonte …cosa c’è dietro, cosa vedi o cosa vuoi farci vedere.

E’ difficile, penso, guardare oltre il quadro. L’orizzonte sembra nascosto è vero, perché cerco di dare vita al primo piano. Ma l’orizzonte c’è ed è vivo e palpitante. Basta trovarlo ma per farlo devi guardare e non solo vedere. Il guardare è diverso dal vedere.
Io guardo davanti a me… ma soprattutto oltre… oltre e vedo un orizzonte di serenità, pace e felicità in quanto è quello che mi da la pittura.

6. Ti considero un’artista istintiva, immediata e spiritosa. Ti invito quindi a giocare con me: ti porgo un foglio bianco…. Disegna per noi le tue emozioni, adesso.

Va bene, giochiamo…

7. Ricordiamo a chi ci sta leggendo che hai un sito personale www.agnesecallegrin.it. Che tipo di utilizzo fai del sito internet e quali pensi che siano le opportunità per un Artista derivanti da questo veicolo di comunicazione

Il mio sito personale www.agnesecallegarin.it abbinato all’e-mail info@agnesecallegarin.it è stato fatto, oltre che per pubblicizzare le mie opere, anche e soprattutto quale veicolo di dialogo e comunicazione con altri pittori artisti.
Vi invito infatti a comunicare con me e dirmi, non solo le vostre emozioni, ma anche solo un Ciao Agnese!.

8. Parlami dei tuoi acquirenti, quando qualcuno acquista una tua opera da cosa rimane soprattutto colpito. Qualcuno ti ha espresso le sue emozioni? Raccontami

Si chiama Giovanna da Trivignano (VE). E’ anche una mia cara amica.
Quando per la prima volta ha visto una mia mostra ne è stata entusiasta ed emozionata.
All’acquisto del suo primo quadro (era una natura morta: su uno sfondo giallo caldo un vaso e dei pomodori rossi) mi disse: “Ogni volta che entro in soggiorno vedo il sole e sono felice”. Grazie Giovanna.

9. Progetti futuri? Esiste una particolare aspirazione, un sogno che devi ancora realizzare, come esporre in un determinato luogo in un particolare contesto…

Non ho una particolare aspirazione o un sogno nel cassetto da realizzare. Per me quello che ho raggiunto o che potrò raggiungere va bene: sono contenta.
Però mi sarebbe piaciuto tanto essere stata un’allieva di Claude Monet.
Progetti futuri: a settembre dal 17 al 19 Fiera d’Arte Contemporanea di Longarone, a marzo 2006 personale presso il Locale “La Castellana” di Martellago. Vi invito tutti.

10. Eccoci alla domanda del pubblico. Francesca di Scorzè ti chiede: “Ho notato subito che nei tuoi quadri predomina l’azzurro. Sempre inserito in ogni paesaggio ricco di tanta natura, selvaggia e libera. Ami vivere in città o in campagna?”.

Cara Francesca da Scorze’, io nacqui in una grande casa di campagna con i nonni, zii e tanti cugini, circondata da un paesaggio ricco e da una natura rigogliosa. Ho vissuto anche in città ma dal 1979 vivo ancora in campagna. Ora mentre ti rispondo sono circondata da campi di frumento giallo, da campi di pannocchie, da alberi, tanti e soprattutto da un giardino, il mio, pieno di rose di tutti i colori, i miei colori.
Ecco perché amo tanto l’azzurro, perché è il colore dell’immensità, della pace e serenità. Però amo anche il giallo del frumento, del sole cocente, il rosso del tramonto, il rosso delle rose, delle mele e dei pomodori.
Amo in genere ogni colore anche il viola o il nero; ognuno è parte delle sfumature ed emozione del mio animo. Ciao.

Credo, cara Agnese, che con questa intervista tu abbia aperto la tua anima ai nostri lettori, che sono sicura visiteranno la mostra on line collegata con lo stesso piacere che io ho provato durante questa nostra parentesi di emozioni. Ti ringrazio del bellissimo disegno che hai voluto dedicarci e per esserti prestata a giocare con me. Non avevo dubbi che avresti accettato!.

Un saluto a Te Agnese e a tutti Voi, con l’augurio di una buona visione. Ciao Marilisa.


 

 

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