2. Ci sono
tecniche pittoriche come la grafica, le acqueforti….
che non rendono l’idea del lavoro e dei molteplici passaggi
che necessita la realizzazione dell’opera. Il batik
è una di queste. Vorrei insieme a te scomporre l’opera
per avere una panoramica delle varie fasi che si susseguono,
correggimi se sbaglio: il disegno, la ceratura, la tintura,
la fase di eliminazione della cera. Alcuni passaggi ce li
hai già illustrati. Parlaci degli attrezzi necessari.
Ad esempio ho sentito parlare del tiang-ting, una specie di
penna che ti permette di particolareggiare i tratti dei disegni.
I passaggi che hai
indicato sono corretti, tuttavia vorrei sottolineare che i
vari interventi di cera e poi di colore sono tanti a secondo
del progetto iniziale espressivo. Ogni colore è prima
determinato e delimitato dalla cera. Forse sono stata ripetitiva?
Per ciò che riguarda gli strumenti essi sono: il telaio
(varie grandezze) su cui stendo la seta, la cera d'api vergine,
la paraffina e lo strumento chiamato tjanting per delimitare
le zone piccole e medie, vari pennelli per le superficie più
larghe; e i colori per tessuti (seta) io utilizzo una marca
francese in quanto più brillanti. Il prodotto ottenuto
con questa tecnica è detto KAIN BATIK TULIS cioè
batik dipinto a mano, mentre quello stampato è noto
come KAIN BATIK TJAP.
3 Certo per
chi non pratica questa tecnica ci sono mille cose da scoprire…
scusa se risulto essere io ripetitiva ma considerata la complessità
di elaborazione del soggetto credo sia necessario pianificarlo
e posporre i vari passaggi per il risultato finale, è
quindi forse difficile lasciarsi trasportare dall’improvvisazione.
Come pensi l’opera, prima, e come riesci a lavorare,
dopo.
Ogni
opera da me concepita segue un progetto operativo che inizia
prima con dei bozzetti e a volte con degli appunti scritti,
poi riconsidero il soggetto scelto trasportandolo su un foglio
da disegno della stessa grandezza della seta, riporto quindi
sulla seta il disegno tracciando delle linee di riferimento
per poi contornarle con la cera come primo passaggio.
Tutto ciò sembra programmato senza libertà di
intervento, in realtà dal momento che incomincio a
lavorare con la cera, tutto può
essere capovolto, cambiato. C'è un’origine ma
il percorso e la fine è un’incognita! Il fascino
di questa tecnica è proprio la sua natura non sempre
lineare ma facilmente variabile.
4. Queste
sete fluttuanti, avvolgenti, questi tessuti trasparenti come
vetrate artistiche, mi ispirano un grande senso di leggerezza
e movimento. Sono opere che oltre a limitarsi ad esporle possono
produrre un effetto scenografico straordinario. Hai mai pensato
di sfruttare queste caratteristiche in qualche mostra personale.
Come?
Rispondo alla tua domanda e, come
dici a proposito degli effetti scenografici delle trasparenze
della seta, ho cercato diverse tipologie di strutture per
meglio evidenziarne gli effetti come per esempio: eseguire
dei pannelli per poi realizzare dei paraventi o dei paralumi,
delle tende, dei quadri a doppio vetro e ultimamente ho realizzato
un'opera con effetti luminosi: una struttura "retroilluminante"
con luce al neon con possibilità di appenderlo a parete
o di appoggiarlo su un mobile e ancora dei piccoli batik chiusi
in doppio vetro inserito su una base di appoggio in legno.
Vorrei fare tanto di più, inventare nuove soluzioni
ma il tempo è sempre poco!
5. Bella l'idea
"retroilluminata", ho già visto altre opere
dove sfruttavano l'effetto luce artificiale grazie alle trasparenze
dei materiali utilizzati. Restando sul tema scenografico non
mi hai però fatto cenno ad un'eventualità che
non scarterei: l’arte pittorica, come per la musica,
quando la conosci la puoi “suonare” ovunque e
su qualsiasi “strumento”. Hai mai dipinto opere
da indossare?
Come opere da indossare, ho realizzato
nel corso degli anni una serie di gran foulard, parei per
il mare, sciarpe, camicie. Attualmente di questa produzione
sono carente perchè mi sono dedicata principalmente
nel realizzare pannelli in batik come esempio di una variazione
di tecnica pittorica (e meno decorativa) vera e propria.
Ho concluso recentemente l’appuntamento alla Fiera di
Pordenone, prossimamente sarò presente a Venezia, ad
Asolo, a Lignano Sabbiadoro, nelle sale della biblioteca civica
a Rovereto nell'ambito della struttura del MART.
6. Molte mostre
vedono Dina Moscato protagonista, come appunto Pordenone,
oltre che in Italia, anche all’estero: New York, Cina,
Svizzera. Un risultato importante che rappresenta l’obiettivo
di molti Artisti. Questi viaggi si tramutano inevitabilmente
in momenti di confronto e crescita. C’è stato
qualche artista che ha saputo sorprenderti. Raccontaci un
particolare che ti ha “lasciato il segno” artisticamente
parlando.
L’aspetto
più interessante dei vari viaggi è stato soprattutto
il contatto umano con artisti che ho conosciuto durante le
manifestazioni. La conoscenza e il dialogo sull'arte, le idee
che si sviluppano durante le conversazioni sono fonte d'ispirazione
e di "appunti" da conservare. Per esempio i due
viaggi in Cina, prima a Shanghai e poi a Pechino mi hanno
portato ad interessarmi alla scrittura cinese, alle sue linee,
forme e all'essenzialità dell'immagine, puro esempio
di equilibrio espressivo. Anche l'artigianato locale (in genere
l'artigianato viene spesso considerato di serie "b")
mi ha affascinato per le sue caratteristiche creative ed originale
le cui forme, sia quelle del passato che quelle attuali si
avvicinano molto al nostro "designer". Sono una
persona molto CURIOSA perciò considero un viaggio,
una mostra, un'incontro una conversazione come momenti di
opportunità di conoscenza e di arricchimento personale
e questo non è "banale"!
7. Un estimatore
sa riconoscere la mano abile dell’artista, Nel caso
del comune visitatore, oltre l’istinto iniziale, da
quali dettagli può riconoscere la qualità del
tuo lavoro, frutto di passione ma anche di esperienza e professionalità.
Con quali occhi deve osservare un’opera in batik.
Mi spiego meglio: se qualcuno acquista un'opera spesso lo
fa per istinto, per simpatia del soggetto... per insegnare
ai profani ad andare oltre l’istinto e riconoscere un
opera di buona qualità quali sono i dettagli utili
da conoscere.
Penso che un estimatore dell'arte
sia quella persona che abbia in sè una certa sensibilità
nell'accostarsi ad un artista, al suo modo di esprimersi,
ai suoi colori, alle sue forme alla sua ricerca espressiva,
cercando di capire la persona che ha realizzato quel dipinto,
quel disegno quella scultura ecc. Allo stesso modo un profano
si accosta ad un'opera cercando di capire se quel dipinto
è abbastanza vicino al suo interesse e al suo gradimento
personale, alla sua voglia di acquistarlo per il piacere di
osservarlo in qualsiasi momento. Come dice una massima: “l'Arte
rinnova i popoli e ne rivela la vita"!
8. Una frase,
una poesia, come tanti altri artisti forse l'ispirazione nasce
casualmente, come un alito di vento che fa vibrare le foglie...
ed ecco l'idea, l'origine del quadro. puoi indicarci un tuo
quadro nato da un "attimo fuggente".
Sull'ispirazione, spesso la mia fonte
per sviluppare un'idea è quella legata alle immagini
in generale: libri, riviste, foto, "ricordi" e,
può sembrare assurdo ma qualche volta mi è capitato
di avere una buona idea aspettando il mio turno dalla parrucchiera.
Poiché mi annoio facilmente, sfoglio le riviste e proprio
tra una rivista e l'altra mi "sbocciano le idee".
Ho sempre con me un piccolo notes nel quale scrivo e traccio
i primi appunti. Descrivo piccoli bozzetti, inserisco elementi
che mi interessano. Naturalmente tutto questo percorso si
muove seguendo un tema precedentemente pensato. Sembra tutto
calcolato, in realtà nel momento in cui realizzo le
mie immagini il percorso successivamente cambia nel momento
in cui parto con la tecnica del Batik. Complice la cera che
con il suo "calore": segna, definisce, "sdefinisce",
rompe, dilata, diminuisce, chiude, accenna, si insinua, emerge,
si ricompone, regalandomi immagini sorprendenti. LA MAGIA
SI E' COMPIUTA!
9. Quando ti
alzi, quando lavori, dal parrucchiere appunto, quando ti corichi
la sera pensi alla tua pittura, a ciò che farai o a
ciò che devi rivedere nei tuoi lavori, a ciò
che devi ricordarti di prendere nota per non dimenticare…
dicono che quando il tuo pensiero va spesso in tale direzione
… allora è amore vero. Quanto sei innamorata
di questa tua espressione artistica. Come si proietta Dina
Moscato nel futuro, come ti vedi.
Alla sera quando vado a dormire effettivamente
penso a quello che ho fatto durante la giornata, in particolare
se sto preparando una mostra. Se la giornata è stata
fruttuosa sono soddisfatta ma continuo a pensare al lavoro
successivo, considerando eventualmente anche i precedenti
batik per un discorso soprattutto di tematica e forse anche.
di coerenza espressiva. Sia ben chiaro che, comunque dormo
tranquilla. Tuttavia, recentemente ho ultimato una serie di
nuovi batik, in occasione della mostra (una collettiva) a
Venezia presso Centro Culturale d'Arte "La Scoletta"
in San Zaccaria, per questo motivo mi sono trovata spesso
ad andare a "nanna" con il pensiero della mostra.
Ripensando alla tua domanda spesso penso alla mia attività
anche ad occhi aperti notte e giorno!
10. Allora
sei proprio innamorata!
Credo sia questo l’entusiasmo che si deve trovare in
ciò che si fa. La qualità e la professionalità
certamente sono impagabili e la continua ricerca conferma
che sei nella giusta direzione. Ma è indispensabile
mantenere sempre quella base di “meraviglia” intesa
come la meraviglia di un fanciullo quando guarda il mondo.
Spesso viene a mancare soprattutto quando ci si adegua dalle
tendenze artistiche contemporanee che si muovono in un unico
filone e tendono ad escludere dal gioco ciò che non
è in linea.
Ma la passione pulsa, ed il pennello scivola veloce e parla
di te. Insomma, se amore è… amore sia!
Non è così? cosa ne pensi? Qual è la
strada giusta che un giovane artista deve intraprendere: la
mente …. o il cuore?
La mia parola d'ordine è: “MERAVIGLIARSI
senza se e senza ma"! Un giovane, oggi dovrebbe indirizzarsi
verso un percorso legato ad una continua curiosità
verso il mondo di ciò che lo circonda e soprattutto
deve eliminare la "noia". E' fondamentale per esempio
nel campo dell'arte guardare nel passato per poi trarre considerazioni
e stimoli per una personale ricerca artistica. Tutto è
nuovo e tutto è vecchio; l'arte delle avanguardie del
'900 hanno prodotto infinite novità, trasformando l'arte
accademica in ricerca, invenzione e anche in gioco. Oggi quando
si visitano certe esposizioni d'arte contemporanea, vedi per
esempio la Biennale di Venezia, ci si diverte molto nell'osservare
certe soluzioni, installazioni o performance e nello stesso
tempo mi domando quanto ci sia di vera ricerca e quanto sia
semplice provocazione senza storia. In fin dei conti già
il movimento artistico dei DADA nel primo novecento aveva
fatto ciò che oggi "certi artisti" pensano
di esprimersi sottoforma del nuovo. Quindi ribadisco il concetto
di prima: AMARE LA CURIOSITA' sicuramente porta una persona
lontana ed apre la mente verso saperi e culture diverse da
quella che abitualmente noi vediamo e viviamo. L'ARTE è
UNIVERSALE! Questa, secondo la tua opinione, può apparire
come una frase retorica?
11. Certamente no!! E’ la base che ci spinge
a scoprire nuove mete e ci coinvolge in prima persona. A mio
dire: “VOLERE E’ VOLARE!!”
Ti invito ora a rispondere a Emanuele un ragazzo
“del pubblico” che ho coinvolto mostrandogli le
tue opere:
Ciao Dina, prima di avvicinarti alla tecnica
del batik lavoravi con altri materiali.
Se io volessi intraprendere un percorso per conoscere l’arte
del dipingere mi consiglieresti di scegliere direttamente
un corso che mi insegni uno stile tipo l’olio o altro
oppure sarebbe opportuno mi rivolgessi ad un corso che mi
insegni il disegno ed il chiaroscuro. Ciao e grazie; comunque
complimenti, Le tue opere mi piacciono molto.
Rispondo al ragazzo Emanuele che ringrazio per i complimenti.
Mi sono avvicinata all'arte del Batik quando ancora frequentavo
l'Istituto d'Arte nella sezione delle discipline pittoriche.
In questo contesto ho sperimentato la tecnica nella sua completezza;
nel corso degli anni ho modificato a seconda della mia esigenza,
la tecnica stessa ,soprattutto per renderla “pittorica"
e meno decorativa. Oltre agli studi superiori ho frequentato
l'Accademia di Belle Arti di Bologna e qui ho imparato, sperimentato
le varie tecniche tradizionali: olio. carboncino, matite,
chine, fotografia, colori acrilici, utilizzati singolarmente
o insieme. Il mio consiglio è molto semplice: provare
a disegnare osservando ciò che ci circonda senza particolare
timore di "non fare bene", rivedere gli sbagli,
riprovare a ridisegnare lo stesso soggetto e poi magari modificare
il soggetto in maniera personale, infine nelle fasi successive
provare ad utilizzare il colore, magari usando gli acrilici.
Certo, un corso di studi per imparare l'utilizzo delle tecniche,
sarebbe opportuno, dipende dalla propria esigenza personale.
In ultimo, andar per mostre allarga la visione di ciò
che si vuol realizzare e naturalmente anche sfogliando libri
di arte, aiuta molto.
Cara Dina, siamo giunti al termine, ti invito a non
rompere questo filo che ci lega tenendoci in contatto anche
con la posta elettronica ogni volta avrai volta di comunicarci
i tuoi futuri spostamenti e appuntamenti.
E’ necessario che tutti noi veniamo a “toccare
con mano” i tuoi lavori per coglierne appieno la bellezza.
Tuttavia questa nostra chiacchierata ci aiuterà anche
a coglierne l’intensità e l’essenza. L’essenza
di Dina!
Un caro saluto è stato un vero piacere.
Ciao a tutti, alla prossima, Marilisa