2. Mi piace
la definizione rabdomante: alla ricerca della fonte miracolosa
che illumina ogni tuo pensiero. Una ricerca come dici tu che
dura una vita. Ricordo un poeta, mio amico di penna, che una
volta mi scrisse che ogni sua poesia si sarebbe potuta considerare
conclusa solo con la sua morte. E’ una grande verità
per un artista.
Un’altra scelta che è evidente nella tua antologia
è quella tematica con cui suddividi i tuoi lavori:
la neve, le finestre, i ritratti, è un approfondimento
che certamente persegui per tua gioia personale ma lo interpreto
anche come un messaggio a chi ti segue o vuol conoscerti.
Raccontaci come avvii queste comunicazioni.
Il tema nasce dalla necessità
di darmi una gabbia su cui poter lavorare, come un salvagente
del naufrago....sicuramente non affogo!! Secondo: il tema
è dato dalla voglia di mettere a fuoco le strutture
mie e del reale o dell'immaginario,a volte mi dicono che ultimamente
disegno solo nudi femminili, qualcun altro ha disegnato bottiglie
tutta la vita!!! Ma che bottiglie!!! Credo che stare su un
tema o dei temi sia bene, è come il cuoco che ha gli
ingredienti e con quelli delizia. Poi certo se vado a vedere
perché di certe scelte ... allora si entra nell'aspetto
psicologico, inconscio che si rivela sempre. I miei temi hanno
sempre coinciso con aspetti del mio vissuto, nel caso dei
ritratti erano gli anni che frequentavo il centro salute mentale
dove tenevo un laboratorio per gli ospiti, ed in simpatia
facevo loro i ritratti. Nel caso della neve: andavo spesso
in montagna a piedi per belle camminate e tutto questo bianco
con poche tracce era ciò che cercavo, erano anche gli
anni dei miei soggiorni in Giappone e mi ero intriso di quel
mondo che poi usciva nel disegno.
3 A proposito
di Giappone, leggo nella tua biografia che i contatti con
questo Paese sono frequenti. Ormai hai un’attività
che ti coinvolge. Quanto ti ha condizionato come artista la
loro cultura, hai trovato differenze considerevoli nel loro
approccio con l’arte. C’è un passaggio
nelle tue opere in cui si noti particolarmente l’influenza
giapponese.
Ho
scritto un piccolo libro dal titolo: “Taccuino di memorie
giapponesi" Campanotto Editore nel 2004 in cui parlo
del mondo giapponese. credo che per alcuni anni il mio disegno
è stato influenzato dal Giappone, dalla sua essenzialità,
dal senso del vuoto. La serie "neve" e "disegni
Asolani" sono in questo senso delle grafie dove il rapporto
pieno vuoto si fa sentire. Poi la mia mostra di pitture su
carta in Giappone dove ho dipinto piccole carte rigorosamente
dal vero. Devo molto al Giappone. Molta della mia pittura
odierna è ancora intrisa da quella lunga esperienza.
Credo che l'arte giapponese, anche contemporanea, abbia molto
da scoprire in rigore e filosofia. Questa eterna attrazione
dell'oriente.....solo che ora con questa globalizzazione,
anche le specificità vanno a confondersi e chissà
cosa altro vedremo.
4. Alcuni
quadri in bianco e nero, altri, magari che parlano dello stesso
tema, completati dal colore. Utilizzi matite, pastelli, forse
gessi, carboncini ma anche olii, acrilici o quant’altro
che tu vorrai elencarci, su supporti di carta, tavola o tela.
Mi chiedo quando per te un materiale è quello giusto
per il tuo quadro e quando ritieni che il colore possa enfatizzare
l’obiettivo che ti sei prefissato oppure se è
l’istinto, la sperimentazione che ti muove.
Diciamo che in questo periodo sono
entrambe le tensioni che mi muovono: l'istinto mi suggerisce
cosa fare, come fermarmi, quanto aggiungere, la ragione mi
porge l'immagine, mi pone la condizione strumentale, insieme
si sostengono e formano il dipinto. Io mi reputo un disegnatore
anche quando uso il colore, amo la grafite, lo sfumato del
carboncino e il segno marcato della matita dura che pare incida
la superficie, eh sì, tutto è superficie in
pittura, lavoro con i pastelli, con l'olio e un pennello piccolo,
costruisco il colore per brevi tratti all'interno dell'immagine
vivo le contraddizioni... queste creano la tensione. Che forse
sia questo l'appartenenza al mondo moderno, al non potersi
esimere dall'esserci dentro? Quante sostanze intessono il
fare del pittore, di quali ingredienti è difficile
fare a meno, certo gli strumenti danno una certa sicurezza
e la visione con essi diventa la bussola di questo navigare….
che ogni giorno il nostro orizzonte sia diverso!
5. Un’opera
pittorica è disegno, colore, prospettiva, luci, ombre,
è arte del vedere: quel pathos unico e personale che
contraddistingue l’artista. Marcel Proust diceva: “Il
vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre
ma nell’avere nuovi occhi”.
Il confine è sottile, vedere e fare sono due cose che
non sempre diventano automatiche. A volte ci si fossilizza
nell’immagine, altre ci si lascia condizionare dalle
tendenze. Ci vuole coraggio!
C’è un’esperienza, un percorso che indicheresti
a chi artisticamente vuole trovare quel coraggio?
Per "quel Coraggio" posso
solo dire che ci vogliono pazienza, moltissime letture, molte
mostre, molto confronto, molta autocritica, molta umiltà,
molto lavoro e tanta curiosità cosi facendo, la vista
"migliora" e ci si toglie di dosso tutte quelle
sovrastrutture che ingabbiano il nostro volo, piano piano,
e non accontentarsi mai troppo, fare e disfare come la tela
di Penelope e in attesa, poi improvvisamente, senza annunciarsi,
si apre una porta, e voilà: un nuovo giardino, che
va coltivato etc. etc.
6. Nel sito
web www.angelodemartin.com (che invito a visitare) la tua
biografia è ricca di informazioni sulla tua vita artistica.
Mostre, iniziative da te promosse, collaborazioni, libri ed
eventi che danno lustro alla tua attività e non di
meno una grande soddisfazione personale.
Grazie al tuo sito molte persone possono visitare virtualmente
la tua esposizione permanente e cogliere le mutazioni che
nel tempo sono intervenute nel tuo stile. Che rapporto hai
con la moderna tecnologia, curi personalmente questo spazio.
Consideri internet quale mezzo necessario nel XXI secolo per
rapportarsi con gli altri ovvero come una grande opportunità,
una finestra aperta al mondo.
Ormai
anche i più restii una paginetta web se la fanno. Certo
non è una panacea e non risolve il problema della comunicazione
in senso profondo, è comunque un velocizzare il messaggio,
ed è una finestra sul mondo, a qualcuno sicuramente
fa piacere trovarti, è quasi come avere un libro sull'artista,
poi, penso che le nuove generazioni siano molto in simbiosi
con la tecnologia rispetto alla mia generazione che ci siamo
trovati sullo spartiacque tra modernismo e globalismo, ciò
comunque non ha nulla a che vedere con la qualità dell'opera
che andrebbe vista dal vero, però è consolante
pensare che tante persone ti guardano e che qualcuno ti possa
essere vicino in cordata. Curo personalmente il sito e penso
ci sia molto da imparare ...spero nel forum come finestra
di dialogo, la cultura….. senza… non c'è
web che tenga!
7. Raccontaci
qualcosa di più su Casa Stoppani: luogo di studio,
incontri culturali, musicali, di poesia.
Arrivai a Casa Stoppani nel 90 e avevo
appena il denaro per comperarla, mi misi a fare il muratore
e sistemai il pianoterra, abitavo a Treviso e avevo lo sfratto
dallo studio, iniziai ad inventare degli incontri, mostre
happening che dovevano durare solo una serata,tutto si concludeva
in una serata, quindi bisognava lavorare molto perchè
riuscisse bene, ed erano a volte delle serate magnifiche con
anche 100 persone, abbiamo fatto musica, teatro poesia letteratura,
piccole chicche che molti si ricordano, ciascuno era invitato
a portare qualcosa e cosi il gioco era fatto, poi come tutte
le cose per tanti motivi si arenano. Successivamente altre
parti dalla vecchia villa veneziana si liberarono e feci acquistare
ad altri artisti delle porzioni cosi che venne dopo chiamato
il “condominio dell'arte”. Spesso il fatto di
coabitare nell'arte non è sinonimo di crescita artistica,
tutti sono impegnati a seguire il proprio giardino. Questa
è la storia in breve, ora ci vivo ed ho il mio studio
ma sto pensando seriamente di riprendere con il centro d'arte,
magari in un bel capannone.
8.. Molto bella
l’idea,. sono sicura che, soprattutto in questi anni,
dove siamo tutti un po’ di fretta, un luogo di incontro
e di confronto sia sempre più ricercato. Circoli culturali
dove poter parlare e confrontarsi, anche solo tra amici che
vogliono condividere un pensiero. Ne stanno nascendo ma sono
pochi e spesso l’aspetto commerciale ha il sopravvento
sul progetto e ne stravolge il significato.
A proposito di progetti… hai fatto tante cose, ma so
che ne hai molte altre in serbo. Esposizioni importanti che
vorrei preannunciassi ai nostri lettori.
E’in corso una mostra alla Fondazione
A. Canova del gruppo Kaleidosart che abbiamo costituito pochi
mesi fa. Per il 2007 abbiamo in programma delle esposizioni
importanti, da ricordare quella con il Gruppo della Scuola
di Monaco che avrà il titolo "Luci del Nord"
in settembre in una sede prestigiosa del Veneto, ancora "Segni
e memorie" mostra con una serie di eventi collaterali
con sede in Treviso, sarà un incontro tra arte, filosofia,
poesia e gastronomia tutto ad ottimo livello. Come mostre
personali: un ciclo di serate nel triveneto sul mio libro
"Il bestiario di Apollinaire" illustrato con 30
tavole a colori, il libro verrà presentato con accanto
gli originali appunto in numerose città del triveneto,
poi l'uscita per Campanotto Editore Collana Zeta il catalogo
di disegni presentato dal prof. Gilberto Ganzer (direttore
musei di Pordenone) prof. Andrea Bellieni (direttore museo
Bailo TV) e il prof. Cuozzo (ordinario storia dell'arte a
Ca’ Foscari VE). Ci sarà poi una mostra a Villa
Pisani a Strà, una mostra a Merano e forse una a Mel,
Palazzo delle Contesse. Poi tante idee per il laboratorio
d'arte con Kaleidosart...
9. Sono senza
respiro… immagino che non ti sia fermato un attimo,
il 2007 sarà un anno di grandi soddisfazioni per obiettivi
raggiunti, come i libri che andrai a presentare. Tuttavia
sono certa che da un personaggio versatile come te altri sogni
sono nel cassetto. Domanda scontata ma pur sempre di rito:
Cosa vuole Angelo De Martin, qual è l’opera che
cerchi di realizzare?
Questa è sicuramente la domanda
meno scontata di tutte alla quale non so rispondere se non
vagamente. Mi piace vivere con il pensiero che il disegno
più bello lo devo ancora fare, che il senso di libertà
che vorrei ci fosse nel mio fare, raggiunga le persone e che
ogni giorno è bello, intenso e che vale la pena di
esserci, di giocarsi fino in fondo. Poi narcisisticamente
e vanitosamente, di essere considerato bene.
10. Bene Angelo,
ti lascio nelle mani di Marina che ha scorso le tue opere
e vuole rivolgerti una domanda…. anzi due.
• Se penso alla neve mi
verrebbe da dire che rende tutto uguale, che uniforma il paesaggio,
invece osservando l’essenzialità dei segni che
tracci sui tuoi quadri percepisco un’immagine viva di
un mondo che si nasconde ma che è lì lì
per venire alla luce. E’ questa l’emozione che
hai provato Angelo, e oggi rivedendoli cosa provi?
• E ancora scusa, noto che
nei ritratti non ti limiti a proporre i lineamenti della persona
ma cerchi di carpire il pensiero, la sofferenza, la tensione,
il vuoto, la staticità che in quel momento viene da
dentro e imprimi perciò nei lineamenti quello che tu
vedi affiorare in quel viso.
Ciò nonostante, nell’immagine ho notato un trascinamento
del segno come non volessi o non potessi fermare l’istante.
Forse il presente, l’attimo è talmente fuggente
da essere già passato.
La neve crea uniformità, copre tutto con un velo bianco
e ogni tanto lascia affiorare qualcosa, colore, forme... cosi
volevo fossero le mie pagine, bianche come neve e facevo affiorare
piccole tracce, poi certo il rapporto con la natura, questo
desiderio di simbiosi. I volti invece richiedono attenzione,
l'umano ha le sue regole, mi attrae il viso in particolar
modo i volti sofferenti, mi accordo più facilmente
e ogni viso merita molta attenzione. Lo strascinare è
un effetto che mi crea profondità è movimento
per non essere troppo statico. In un disegno ci possono stare
molte cose...
11. E' proprio vero, in un disegno ci possono stare
molte cose... ed ogni segno è una traccia che l'artista
lascia di sè.
Siamo arrivati alla fine di questa chiaccherata ma per tutti
noi non è che l'inizio della scoperta. Infatti ci aspettiamo
di incontrarti presto in uno dei tanti appuntamenti che ci
hai indicato. Di questo, ti prego di tenerci sempre aggiornati.
Lascio a te l'ultima battuta regalandoti questo spazio bianco
che puoi utilizzare come credi... per delle considerazioni,
per una domanda, per una critica, per dedicarci un libro,
un pensiero... per salutarci.
Per quanto mi riguarda ti ringrazio per esserti prestato a
questo "interrogatorio" in maniera così generosa.
E' stato davvero un piacere conoscerti.
A presto, un ciao a tutti da Marilisa
Ciao e grazie dell'attenzione per il mio fare. Certo il fare
artistico, fa pensare, siamo sempre in oscillazione tra natura
e pensiero, istinto e ragione, cerchiamo sempre quell'armonia
ideale chi per un verso chi per un altro, la verità,
se mai esiste, è solo in noi, questo interrogarsi sulle
cose, il relazionarsi sul reale, questo rapportarsi, a volte
ne esce qualcosa di valido, una onesta testimonianza di un
percorso, che viene cosi spesso sommerso dai detriti del “sociale”
ma come si sentiva dire “dal letame nascono i fiori”.
Angelo De Martin