INTERVISTA A VERA CITTON
A cura di Marilisa Brocca
Giovedì 22 gennaio 2009
alle ore 18.00 presso la Feltrinelli di Mestre Venezia, incontro
con l'autrice Vera Citton e presentazione ufficiale del suo
nuovo libro “I Campi di Liquirizia”.
Sofia
è una ragazza che vive in un contesto storico difficile,
la fine degli anni ‘40, dove molte certezze sono state
messe in gioco dagli eventi dell’epoca. Ciò nonostante
il libro “I Campi di Liquirizia”, non parla principalmente
del periodo storico quanto dell’umanità e dei
sogni dei protagonisti. La capacità delle persone di
saper ascoltare ma soprattutto sapersi ascoltare lasciando
che la voglia di vivere prevalga pienamente nonostante l’incerto.
Teatro di emozioni una piccola trattoria nel cuore di Venezia
con un nome che la dice lunga: “Dolzegarbo”.
Vera Citton, giovane autrice veneziana, ci porta in un suggestivo
spaccato di vita dove i suoni, le luci, i riferimenti alla
città e ai sapori della cucina tradizionale, creano
legami quotidiani tra i personaggi.
Ciao Vera, benvenuta nella rubrica "A tu per
tu con l'artista" e benvenuto al tuo nuovo libro "I
Campi di Liquirizia" Editing Edizioni Treviso. Prima
di parlare di Vera-scrittrice, presentati al nostro pubblico,
raccontaci di te. Chi è nella vita Vera Citton
Buongiorno a voi e vi ringrazio per l'opportunità
che mi date per parlare di me e del mio primo scritto. Sono
nata nell'entroterra veneziana dove abito tuttora. Ho iniziato
a frequentare la scuola all'età di cinque anni in quanto
ho sempre manifestato un grande interesse verso ciò
che non sapevo; sono sempre stata curiosa. Da grande mi sono
laureata in Lingue a Venezia e gli anni universitari mi hanno
permesso di vivere la città e di innamorarmene. Dopo
varie esperienze lavorative attualmente sono... precaria
Precaria. Una parola attualissima ai giorni nostri.
Questa condizione di "limbo lavorativo" obbligato
è stata tuttavia stata la molla di una lettura interiore
che ti ha spinto ad utilizzare le energie e la voglia di comunicare
nel tuo libro. Un po' come Sofia, la protagonista: anche lei
sogna di calcare le scene dello spettacolo e crea intorno
a sé un luogo dove potersi esprimere. Parlaci un po'
di questa storia.
Anche se il precariato fa parte della nostra quotidianità,
talvolta è difficoltoso accettarlo.
Per quanto riguarda il mio scritto, ed in particolar modo
Sofia, posso dire di sentirmi un po' lei quando sceglie di
essere l'indiscussa protagonista della sua storia, cioè
della sua vita. Tutto si svolge tra la cucina e la sala del
"Dolzegarbo" sul finire degli anni Quaranta, una
trattoria situata nel cuore pulsante di Venezia. Idealmente
è qui che le sensazioni dei personaggi affiorano, si
modificano e si mescolano...
Ciò che mi ha colpito infatti, leggendo la
storia, è stata proprio la quotidianità che
ruota intorno al "Dolzegarbo" fatta di amici e affetti
di sempre, ma anche teatro di relazioni e conoscenze che diventa
per gli avventori abitudinari, come la casa di amici con cui
bere un caffè.
Forse è un invito a rallentare ....
Hai colto pienamente nel segno. L'atmosfera del Dolzegarbo
attrae come il miele d'acacia proprio perché invita
a concedersi una pausa e a vivere il momento presente senza
curarsi di null'altro. Di fatti, per me, è nella quotidianità
che vivo gli affetti ed anche questo è una scelta.
A tale proposito Sofia ha una scala di valori ben precisa
che si esplica nel fare le cose, nel suo caso, cucinare. E
si cucina per chi si ama. Anche io, scrivendo degli incontri-scontri
che avvengono al Dolzegarbo, mi sono sentita a casa ed ho
assaporato quel caffè nero come la notte, profumato
come un fior e caldo come l'amor...
I personaggi di cui parli, sono inseriti in un periodo
difficile come la fine degli anni ’40, un momento di
grande cambiamento nella storia e per la città di Venezia,
nella fattispecie. L’attenzione e la passione che i
protagonisti dedicano alla preparazione dei piatti è
indicativo forse di uno stato d’animo: un rifugio nei
cibi semplici e gustosi della cucina casalinga, familiare,
la ricerca nei valori e nelle tradizioni, la necessità
di rafforzare il legame indissolubile con la propria storia?
Sì. E aggiungerei che questo è il punto di
partenza affinché i personaggi scoprano il sapore della
propria vita. Di fatti, attraverso la cucina si esplica anche
il sapore dei rapporti umani. Alessandro è associato
a sapori forti e amari quali il cacao ed il caffè amaro,
Flavio, il fratello di Sofia, ai gnocchetti veneziani, ruvidi
e bollenti e con un cuore ben caldo, e così di seguito.
Tutti i personaggi sono chiamati a scegliere il gusto della
loro storia e del loro vissuto, sapore che, per Sofia, coincide
con la liquirizia.
Ecco quindi spiegato il titolo: “I campi di
liquirizia.”
Quali sono i tuoi autori di riferimento?
Sono moltissimi! Amo tutta la letteratura perché è
leggendo che possiamo volgere lo sguardo al di fuori di noi...
Per quanto riguarda gli autori di riferimento sorrido leggendo
le pagine ironiche di James Herriot che narra delle sue avventure
di veterinario nell'Inghilterra dagli anni Trenta in poi,
mi emoziono con le poesie di Reiner Maria Rielke, trattengo
il respiro scorrendo le pagine di Cime Tempestose di Emily
Bronte ed imparo da Beppe Fenoglio.
Qual'è il tuo rapporto con la scrittura, quali
sono le tue abitudini, i tuoi spazi, i "riti" che
ritrovi quando ti metti a scrivere.
Il mio rapporto con la scrittura è un rapporto passionale
nel senso che la mente, sempre pronta ad agguantare un'idea,
è costantemente alla ricerca della parola giusta (ho
sempre con me un taccuino ed almeno tre/quattro penne...).
Questo rapporto assorbe gran parte della mia energia e nasce
nel silenzio della mia camera, immersa nell'indispensabile
solitudine della domenica pomeriggio, dopo le settimanali
incombenze lavorative, sorseggiando una tisana dalla solita
cara vecchia tazza...
Vera, tu sei una scrittrice emergente che si affaccia
ad un mondo per te sconosciuto con regole e tempi ben definiti,
quanto è stato difficile il percorso richiesto per
pubblicare un libro, dall’invio del manoscritto, all’editore,
fino all’arrivo sugli scaffali. Quali consigli potresti
dare ai giovani scrittori.
Il consiglio che voglio condividere con quanti amano scrivere
è che... i sogni attraversano gli oceani. Per compiere
questa attraversata ci sono richieste molta energia e molta
pazienza ma, alla fine, la fatica paga l'attesa.
Prima di riuscire ad essere edita, ho ricevuto due anni di
"no" dalle case editrici. Poi, all'inizio di quest'anno,
mi sono data altre sei possibilità e, tra queste sei
case editrici, cinque mi hanno risposto che erano interessate
al mio libro.
Riguardo ai tempi di pubblicazione e di distribuzione... “la
pazienza è la virtù dei forti..."
Libro sul comodino in questi giorni?
Il materiale per prepararmi ad un concorso pubblico...
Brava, molto pratica, concordo pienamente, certo…
“i sogni attraversano gli oceani”, ma procuriamoci
magari anche una barca! Ritieni comunque possibile riuscire
a far diventare la scrittura una delle tue attività
principali se non la principale?
Questo è il sogno a cui sto lavorando con impegno
ogni giorno senza dimenticare... tutto il resto. Intendo che,
nell'attesa, ho i piedi ben piantati per terra e sono consapevole
delle difficoltà. Per me, l'importante, è tentare
in maniera tale, un giorno, da non aver rimpianti...
Siamo alla fine di questa chiacchierata. Vera, ti
ringrazio per la disponibilità e la spontaneità
con la quale hai risposto alle domande. A te, l’augurio
che voglio dedicare è contenuto in una frase del tuo
libro che cito: “Al posto della voliera ho scelto il
cielo”.
Con questa bellissima immagine, ti lascio tutto lo spazio
necessario per anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti
e contemporaneamente ti invito a segnalare al nostro pubblico
i luoghi dove trovare il tuo libro “I campi di liquirizia”.
E' stato veramente un piacere poter condividere con voi i
miei pensieri e la mia passione per la scrittura. E la scrittura,
come ogni forma d'arte, ci dona le ali... In questo momento,
la mia mente ed il mio cuore sono assorbiti da un'altro scritto
che narra dell'incontro/scontro tra Caterina e Francesco sul
finire degli anni Trenta, a Venezia... Ma questa è
un'altra storia.
A proposito de "I campi di liquirizia", esso è
reperibile nelle maggiori librerie del territorio e in alcune
biblioteche civiche, tra cui quella di Marcon Ve e di Mestre
Ve e, se avete voglia di conoscermi e di parlarmi, vi invito
sabato 20 Dicembre dalle ore 16 presso il Centro Culturale
Fabrizio de André a Marcon, dove sarò
ospite con il mio libro, all’inaugurazione dell’iniziativa
culturale Sentieri di Colore promossa dalla Sezione Cultura
Auser
Colgo l'occasione per augurare a quanti leggeranno questa
intervista un autentico augurio di Buone Feste!
Grazie a te.
Ciao a tutti e alla prossima Marilisa Brocca
Foto di Loretta Della Bella